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Superare la paura della Malattia e della Morte con la Mindfulness

Superare la paura della Malattia e della Morte con la Mindfulness

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Solo chi sottrae il suo cuore alla ferocia dell’ego

e innalza templi all’ eterno

sa che la morte non muore né mai nascerà .

(Karma Nur May)

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Essere in presenza nella malattia e nella morte 

La malattia e la morte fanno parte della vita e inevitabilmente toccano da vicino la nostra esistenza, quella dei nostri cari e di tutte le creature viventi.

Sin da bambini sappiamo che sono inevitabili, che sono all’orizzonte, eppure quasi sempre ci colgono impreparati, indifesi, impauriti.

Per citare le parole del Buddha: “Di tutte le impronte quelle dell’elefante è la piu’ grande. Similmente, di tutte le meditazioni di consapevolezza quella sulla morte, è la piu’ grande”. Il nostro sistema educativo non ci insegna ad esplorare l’aspetto trascendente dell’esistenza. Eppure la morte è qualcosa che accade in ogni istante ed è una compagna costante della nostra vita. Ci sono molti doni che la morte fa a chi osa guardarla in faccia ma “per scoprire il segreto dell’ignoto bisogna attraversarlo e arrendersi alla grazia disarmati”.

Il Buddha ci insegna a far fronte alla nostra vulnerabilità dinanzi alla malattia e alla morte, ad affrontare e superare con forza e consapevolezza il carico di dolore e angoscia che esse portano.

Gli insegnamenti impartiti dal Buddha ci mostrano addirittura come in tali dolorosi frangenti si possa attuare un grande potenziale liberatorio inclinando la mente verso l’incondizionato.

Quando ci troviamo di fronte con la sofferenza è ancor più fondamentale parlare ed ascoltare in presenza mentale. Quando parliamo ed ascoltiamo possiamo scegliere sempre se farlo dal punto di vista dell’osservatore o dal pensatore, e se lo facciamo da quest’ultimo punto di vista, non facciamo altro che esprimere l’Ego con forme linguistiche autoreferenziali: ‘Io credo che’ o ‘Io penso che’. Ma noi non siamo i nostri pensieri, essi descrivono la nostra mente ed il suo modo di concepire la realtà, ma ciò non ha a che fare con la realtà stessa. La realtà è un unità. Noi vediamo e definiamo la differenza tra giorno e notte per esempio ma la verità è un unità tra giorno e notte. 

Ram Dass , noto maestro spirituale, scriveva riguardo alla morte: ‘Negli ultimi cinquant’anni mi è successo qualcosa che ha cambiato il mio atteggiamento nei confronti della morte, come risultato del girovagare attraverso molti regni di coscienza. Gran parte della paura della morte è scomparsa da me. Sono una persona a cui piace davvero stare con le persone mentre stanno morendo. È una grazia così incredibile per me. Al mattino, se so che starò con una persona del genere, sono assolutamente entusiasta perché so che avrò l’opportunità di essere alla presenza della Verità.’

Contemplare e accettare l’impermanenza di ogni fenomeno

Ora sta diventando accettabile nella nostra cultura che le persone muoiano. Per molti decenni, la morte è stata tenuta a porte chiuse. Ma ora gli stiamo permettendo di uscire allo scoperto.

In India per esempio, quando qualcuno muore, il corpo viene posto su un giaciglio, avvolto in un lenzuolo e portato per le strade fino al luogo delle fiamme mentre viene cantato un mantra. La morte è allo scoperto perché tutti la vedano. Il corpo è proprio lì. Non è in una scatola. Non è nascosto. E poiché l’India è una cultura di famiglie allargate, la maggior parte delle persone muore a casa. Quindi la maggior parte delle persone, crescendo, è stata in presenza di qualcuno che stava morendo. Non se ne sono allontanati e nascosti da esso come abbiamo fatto in Occidente. 

L’India è un paese con una grande densità di popolazione e dove sono nati i più influenti Yogi e leader spirituali che hanno diffuso le diverse pratiche. Questi fattori hanno fatto si che le persone lasciassero morire l’immagine di loro stessi: l’ego, ovvero ciò che ‘pensiamo’ di essere. 

Finché ci identifichiamo con ciò che muore, c’è sempre paura della morte. Ciò che il nostro ego teme è la cessazione della propria esistenza. 

Sebbene non sappiamo quale forma assumeremo dopo la morte, attraverso la meditazione e le pratiche di presenza mentale che ci portano nella visione profonda della realtà, possiamo renderci conto conto dell’essenza del nostro Essere – e l’essenza della nostra consapevolezza – che è oltre la morte.

Al riguardo ti consiglio di leggere quest’articolo

Quando entriamo nel processo di consapevolezza, diveniamo svegli dinanzi allo scorrere della vita e  non attaccandoci più nella forma, la morte e la sofferenza possono essere compresi come dei passaggi transitori, che non hanno a che fare con la realtà ultima di chi siamo.

L’autore e maestro spirituale Eckhart Tolle dice a riguardo: ‘Con la contemplazione dell’impermanenza della forma umana, qualcosa di molto profondo e pacifico si apre dentro di noi. Quando accettiamo totalmente l’impermanenza, ne esce un’apertura interiore, che è al di là della forma. Ciò che non è toccato dalla morte, l’informe, si fa avanti mentre accettiamo completamente l’impermanenza di tutte le forme. Ecco perché è così profondamente pacifico contemplare la morte.’

Consapevolezza oltre la morte

Ramana Maharshi era un grande santo indiano. Quando stava morendo di cancro, i suoi devoti dissero: “Trattiamolo”. E Ramana Maharshi disse: “No, è ora di abbandonare questo corpo”. I suoi devoti iniziarono a piangere. Lo supplicarono: “Bhagwan, non lasciarci, non lasciarci!” E li guardò confuso e disse: “Non essere sciocco. Dove potrei mai andare? Sai, è quasi come se stesse dicendo: “Non fare tante storie. Sto solo vendendo la vecchia auto di famiglia.

Questi corpi in cui viviamo, e l’ego che si identifica con essi, sono proprio come la vecchia auto di famiglia. Sono entità funzionali in cui la nostra Anima viaggia attraverso la nostra incarnazione. Ma quando sono esauriti, muoiono. La cosa più graziosa da fare è semplicemente permettere loro di morire in modo pacifico e naturale – “lasciarsi andare con leggerezza”. In tutto questo, ciò che siamo è Presenza, Energia, Anima, ognuno può chiamarla come vuole. Quando il corpo e l’ego se ne saranno andati, questa presenza continuerà a vivere, perché è eterna. Alla fine, in qualche incarnazione, quando abbiamo finito il nostro lavoro, la nostra Anima può fondersi di nuovo nell’Uno, tornare di nuovo nell’Infinito. Nel frattempo, la nostra Anima sta usando corpi, ego e personalità per elaborare il karma di ogni incarnazione.

Superare la Paura della Sofferenza con la Mindfulness

Tutto ciò che ci insegnano i grandi maestri sono verità riconosciute attraverso le pratiche millenarie di consapevolezza che rendono la meditazione, lo yoga e le altre pratiche molto affascinanti, uno dei motivi per il quale nel mondo occidentale sono divenute molto diffuse. Per superare la paura della malattia e della morte con la mindfulness non basta leggere queste frasi o ascoltare un seminario o andare una volta tantum a fare meditazione o a praticare yoga in palestra per rilassarsi. È indispensabile praticarla questa consapevolezza ogni giorno. Nel corso di anni di pratica della meditazione Mindfulness (per saperne di più clicca qui ) ho osservato in me stesso e mi è capitato spesso di osservarlo negli altri, come in tutti noi sia profondamente radicata la paura della sofferenza.

Ciò che spesso ci fa più paura non è l’evento della morte o la malattia in sé ma la sofferenza che la potrebbe accompagnare e che deriva dall’identificazione con il pensiero e dalle sensazioni che lo accompagnano. Possiamo dire quindi che spesso abbiamo ‘paura di provare paura’. A volte è un pensiero passeggero accompagnato da una lieve contrazione nel corpo. Altre, varie immagini che ci impediscono di prendere sonno. Altre ancora, è un insieme di sensazioni fisiche così intense che quasi ci sembra di morire. La paura è una reazione naturale di ogni essere umano di fronte a una minaccia vera o percepita, ci riguarda tutti, anche quelli più coraggiosi fra noi.

Di seguito alcuni suggerimenti pratici per superare la paura della malattia e della morte con la mindfulness. Se la praticate costantemente, la Mindfulness può aiutarvi a riconoscere, osservare, accogliere la paura e usarla come opportunità per compiere il percorso evolutivo dell’Anima :

1) OSSERVARE DOVE TI TROVI

A volte abbiamo, in alcuni momenti della nostra vita, è come se la paura sia l’unica cosa che esista. Osserva. Guardati intorno. Fai un bel respiro e nota dove ti trovi.

La paura non è l’unica cosa che si ha in questo momento. Nota che la paura è solo una parte della tua esperienza e nota che non occupa tutto il campo della tua consapevolezza.

2) NOTARE LE TUE SENSAZIONI FISICHE

Prendiamo atto che la paura c’è, e diventiamo curiosi delle sensazioni fisiche che abbiamo. Quando abbiamo paura dirigiamo la nostra attenzione alle sensazioni fisiche che ci sono. In questo momento dove sento nel mio corpo la paura? Al petto, allo stomaco, alla gola?

Con curiosità e aperture portiamo la nostra attenzione a quelle sensazioni ed osserviamo come spontaneamente queste sensazioni cambiano momento dopo momento senza dovere fare niente, solo osservarle ed accoglierle.

4) PRENDERE UN MOMENTO PER NOTARE IL MOMENTO PRESENTE

C’è sempre qualcosa di buono nel momento presente (gli alberi, il cielo, un sorriso di un bambino, un colore, una musica, …).

Prendere un momento per portare l’attenzione su cosa c’è di bello nel momento presente aiuta a ridurre la paura. Scegliamo di dedicare la vostra attenzione a ciò che conta davvero per voi in quel momento.

5) I PENSIERI SONO SOLO PENSIERI

I pensieri sono solo pensieri, non sono la realtà, sono una nostra rappresentazione della realtà. Con i nostri pensieri costruiamo interi mondi e poi crediamo in loro come se fossero concreti. Il pensiero di uno pericolo non è il pericolo.

6) LASCIARE ANDARE

Non coltiviamo le nostre paure ma le lasciamo andare, che non è un atto di rinuncia ma di potere.

Lasciamo andare per non attaccarsi alle nostre paura. Diamo l’opportunità di potere uscire delle nostre reazioni automatiche e di fare scelte nuove, più benefiche per noi e per gli altri. Sapere lasciare andare vuol dire essere liberi.

7) SCEGLIERE DI APPREZZARE LA VITA

Siamo amati o amiamo qualcuno? Vediamo, camminiamo, parliamo, stiamo in piedi, siamo vivi! Scegliamo di provare gratitudine per i regali di tutti i giorni che la vita ci offre. Coltivare la gratitudine crea più felicità che paura.

Se scegliamo di dedicare più tempo a noi stessi e prendere cura di noi stessi con la mindfulness, rispondiamo all’appello della nostra vita con coraggio, pazienza, curiosità e gentilezza e cosi riusciamo a vincere la paura. 

Qui una meditazione guidata gratuita per superare la paura:

Superare la paura della Malattia e della Morte con la Mindfulness

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