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Perdonare se stessi e gli altri

Perdonare se stessi e gli altri: Un percorso verso la libertà

Scopri come perdonare se stessi e gli altri attraverso la pratica della mindfulness per riscoprire la libertà del momento presente

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Nel caos della vita, il perdono tesse un filo intricato che ha il potere di riparare ferite, colmare abissi e liberare i cuori. È una forza che trascende il tempo e le circostanze, un faro che ci guida verso la guarigione e la crescita.

Proprio come un seme deve aprirsi per permettere a un germoglio di emergere, il perdono è la fessura nel nostro cuore attraverso la quale possono germogliare compassione e rinnovamento.

Quante volte ti sarai chiesto, come si fa a perdonare se stessi e gli altri?

Leggi l’articolo per saperne di più!

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COSA SIGNIFICA ‘PERDONARE’


Per molti di noi parlare di “perdono” rimanda ad insegnamenti religiosi, distanti nello spazio e nel tempo dalla nostra quotidianità.
Al contrario, abbiamo grande familiarità con il suo opposto: la colpa, che siamo soliti rivolgere a noi stessi e agli altri, ogni volta che la vita non va in accordo con ciò che avevamo prefissato o le persone intorno a noi agiscono in modo diverso da quello che ci aspettavamo.


Esercitiamo” così spesso la colpa che essa è diventata una vera e propria abitudine, la risposta automatica alle esperienze difficili che incontriamo. Risposta immediata al nostro bisogno di trovare una causa alla sofferenza e al tentativo di controllarla.

I neuroscienziati confermano che i comportamenti che ripetiamo più volte si rinforzano, generando alla lunga risposte automatiche (“i neuroni che si attivano insieme e si connettono insieme” D. Hebbs)


La colpa diventa un comportamento automatico volto a rifiutare la sofferenza e a rinnegare le nostre parti vulnerabili o ferite.


Una pratica di consapevolezza che possiamo fare, ogni volta che sentiamo la colpa, è “andare dentro” quella colpa e offrirci gentilezza.


Immagina un mondo in cui il risentimento e la rabbia siano sostituiti da empatia e comprensione, dove i rancori si dissolvono nell’etere, lasciando dietro di sé solo la pura essenza di un’anima alleggerita.

Il perdono non è un atto di debolezza; è l’incarnazione definitiva della forza. Ci vuole coraggio per affrontare la ferita, affrontare il dolore e poi rilasciarlo con grazia.

Il perdono non significa condonare le azioni che ci hanno ferito, ma piuttosto poter vedere al di là del giudizio e della condanna. Si tratta di liberarsi dalle catene del passato, rifiutando di lasciare che le azioni di un’altra persona definiscano il nostro presente o dettino il nostro futuro. In questo atto di liberazione, rivendichiamo il nostro potere, smettendo di farci imprigionare dall’amarezza. Invece, ci imbarchiamo in un viaggio verso la scoperta di noi stessi e il rinnovamento, liberandoci dal peso del risentimento.

Poter riconoscere l’umanità e la vulnerabilità che ci rende umani, imperfetti e fallibili. Poter “scendere” nel cuore e contattare la grande verità che “la sofferenza si origina dalla sofferenza” e che quando siamo felici o appagati non danneggiamo gli altri.

Riconoscere la sofferenza come causa del danno non è un invito a rimanerne esposti, è protettivo e importante mettere dei confini. Tuttavia, anziché rimanere bloccati nelle risposte reattive con rabbia e giudizio, possiamo riconoscere la sofferenza e connetterci alla qualità umana della compassione.

Pensa al perdono come a una chiave che apre la porta a un giardino di serenità dentro di noi. Mentre ci prendiamo cura di questo giardino, coltiviamo un ambiente in cui possono fiorire gioia, compassione e pace interiore. Ogni tenero momento che concediamo a noi stessi è un passo verso l’armonia interiore, un passo lontano dalle ombre che ci hanno tenuto prigionieri.

PERDONARE SE STESSI E GLI ALTRI ATTRAVERSO LA CONSAPEVOLEZZA E LA COMPASSIONE

Praticare compassione, anziché rabbia, ci permette di non aggiungere sofferenza alla sofferenza, di non aggiungere colpa al dolore.

Ma il perdono non è un compito semplice. È un processo, un’intricata danza tra cuore e mente, intrecciata con fili di empatia, introspezione e, in definitiva, accettazione. Non è un singolo atto, ma una serie di scelte che portano all’atto finale del lasciare andare. Come un artista che lavora su un capolavoro, il perdono richiede pazienza e perseveranza, un impegno incrollabile nel trasformare il dolore in forza.

In questa danza incontriamo anche l’idea profonda del perdonare noi stessi e gli altri. Spesso coviamo rancore contro i nostri errori e i nostri difetti, incatenando il nostro potenziale con senso di colpa e rimorso. Proprio come estendiamo la compassione agli altri, possiamo offrirla anche a noi stessi. Questo atto di auto-perdono è una potente dichiarazione di autostima, che ci consente di andare avanti con un cuore più leggero e una visione più chiara.

Il perdono è un dono, non solo per coloro che ci hanno fatto del male, ma per noi stessi. È un dono di liberazione, un dono di rinnovamento, un dono di riscoperta. Mentre navighiamo nel labirinto della vita, il perdono diventa una stella guida, illuminando il nostro cammino verso un’esistenza più armoniosa.

Alla fine, il perdono è una dichiarazione della nostra umanità, una testimonianza della nostra capacità di crescita e cambiamento. È l’atto di superare le nostre ferite, di trascendere il dolore per creare una nuova narrazione. È l’incarnazione della resilienza, l’incarnazione della grazia. Quindi, abbracciamo il potere trasformativo del perdono, permettendogli di riparare i nostri cuori e liberare il nostro spirito.

La pratica di consapevolezza in relazione alla colpa e alla possibilità di perdonare se stessi e gli altri, rappresenta un invito prezioso ad accoglierci e prenderci cura di noi stessi e possiamo farlo attraverso i seguenti permessi:

“Puoi essere imperfetto” “Puoi fare errori” “Puoi stare ancora imparando le lezioni della vita” “Posso perdonarti e guardare anche alle tue vulnerabilità con gentilezza” 

Possiamo estendere questi permessi anche alla persona che mi ha arrecato un danno, riconoscendo che anche lui/lei potrebbe essere bloccata nella ripetizione della sofferenza: che il suo comportamento potrebbe originare dalla sua confusione, dalla sua paura, da bisogni profondi non soddisfatti.

Per saperne di più su come trasformare la sofferenza con la meditazione e la Mindfulness ti consiglio di leggere quest’articolo 

La pratica di consapevolezza e di compassione ci offre la possibilità di crescere e prenderci cura di noi stessi, andando al di là degli automatismi che ci bloccano dentro l’evitamento o l’avversione al dolore, per poterci finalmente liberare dall’armatura che stringe il nostro cuore ed incontrare l’umanità condivisa, a volte ferita, che ci abita.

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Ti saluto con una lista di suggerimenti pratici o passi da compiere per coltivare il perdono nella vita quotidiana:

1. Riconosci il bisogno di perdono: riconosci il carico emotivo e l’impatto negativo che trattenere rancore o risentimento può avere sul tuo benessere. Comprendi che il perdono è una scelta che fai per la tua pace e libertà.

2. Pratica l’auto-osservazione: prenditi del tempo per osservare le tue emozioni e i pensieri che circondano la situazione o la persona che devi perdonare. Comprendi le credenze alla base della tua rabbia, del tuo dolore o del tuo risentimento e come potrebbero influenzare la tua vita.

3. Cambia la tua prospettiva: prova a vedere la situazione o la persona da una prospettiva diversa. Considera la possibilità che le loro lotte, insicurezze o errori possano aver influenzato le loro azioni. Questo può aiutare a promuovere l’empatia e la compassione.

4. Abbandona le aspettative: lascia andare il desiderio di scuse o di un risultato specifico. Il perdono significa liberarsi dall’attaccamento emotivo al passato e accettare di non poter controllare le azioni o i comportamenti degli altri.

5. Impegnarsi nella cura di sé: dare priorità alle pratiche di cura di sé che ti aiutano a guarire e a trovare la pace interiore. Ciò può includere attività come la meditazione, l’inserimento nel diario, l’esercizio fisico, il trascorrere del tempo nella natura o la ricerca del sostegno dei propri cari o di un terapista.

6. Pratica la consapevolezza: coltiva la consapevolezza rimanendo presente nel momento attuale piuttosto che soffermarsi sulle lamentele passate. La consapevolezza può aiutarti a osservare i tuoi pensieri e le tue emozioni senza giudizio, permettendoti di rispondere alle situazioni con maggiore chiarezza e compassione.

7. Stabilire i confini: Perdonare non significa dimenticare o condonare comportamenti dannosi. È importante stabilire confini sani per proteggersi e prevenire ulteriori danni.

8. Pratica i rituali del perdono: considera l’idea di intraprendere rituali di perdono come scrivere una lettera alla persona che devi perdonare (anche se non la invii) o impegnarti in meditazioni sul perdono. Questi rituali possono aiutarti a elaborare le tue emozioni e a rilasciare energia negativa.

9. Cerca supporto: il perdono può essere un processo impegnativo, quindi non esitare a chiedere supporto ad amici fidati, familiari o professionisti che possono fornire guida, comprensione e incoraggiamento lungo il percorso.

Ricorda, il perdono è un viaggio personale che richiede tempo e impegno. Sii paziente e gentile con te stesso mentre attraversi il processo e celebra ogni passo verso la coltivazione del perdono nella tua vita.

Perdonare se stessi e gli altri

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